Di questo ragazzo di Vancouver è stato detto pressochè tutto.
Innumerevoli volte abbiamo letto quanto la sua voce lo abbia incoronato "l'unico vero erede di Frank Sinatra", superando di gran lunga qualsiasi successo che abbia mai riscosso il suo unico predecessore nel campo (benché anch'egli assolutamente degno di nota), l'attore/cantante di New Orleans, Harry Connick Jr..
Innumerevoli volte ho letto la frase "questo ragazzo sa fare swing" e francamente c'è cosi tanto di più in questo ragazzo che ogni definizione, ogni etichetta lo sminuisce..
I pezzi di biografia scritti su giornali, recensioni, riviste, siti web, sembrano fatti con il ciclostile. Scopiazzati a destra e manca, ribadendo concetti assolutamente assodati e ben noti a tutti quelli che si son degnati di prestare attenzione a questo ventinovenne canadese, di origini molto italiane. Non è certo il caso di questo sito.

Questo è un tributo personale, una visuale del tutto privata e soggettiva, su chi è Michael Bublé.

Su questo piccolo angolo di web voglio evidenziare ciò che io ho capito, di questo dolcissimo ragazzo. Voglio tradurre i ricordi in parole, e fissare su questa pagina cosa ha significato per me, conoscere Michael. Ho avuto altre esperienze del genere e quello che ho imparato è che i ricordi sono materiale molto più deperibile di quello che ci immaginiamo... e una parola scritta vale più di mille tentativi di memorizzazione.

Il modo in cui sono venuta a conoscenza, a metà del 2003, della sua musica è legato ad un fatto personale che non staro' a specificare qui... e diciamo solo che quando ho saputo della tournee italiana ho veramente gridato al miracolo. Quando sono partita per Lucca, il pomeriggio dello scorso 11 luglio mi immaginavo di vedere un concerto fuori dal comune, tanto quanto lo sono la voce e il carisma di Mr. Bublé. Mai però, mi sarei aspettata di vedere quello che poi, grazie a Dio, ho visto.

Ho visto un ragazzotto di circa 1.75 di altezza, con capelli castano chiaro, due occhioni verde/nocciola da cucciolo che ti stendono, e con un visino paffuto e dai lineamenti gentili.

Un diciottenne, all'aspetto. Nemmeno un ombra di barba sul suo mento, una maglietta rossa e rosa e un paio di pantaloni bianchi, semplice e disarmante nella sua normalità. Un ragazzo a cui i complimenti sinceri e le dimostrazioni di affetto fanno ancora salire il sangue alle guance. Una giovane star alla quale il successo, purchè mondiale, non ha fatto ancora tingere la personalità di quell'arroganza e superficialità proprie di chi sa di camminare 1 metro piu in aria degli altri.

Un ragazzo che girella tranquillo nell'area dello stage, e che si ferma a parlare e fare foto con chi lo ferma... Un giocherellone che un'attimo prima fa le smorfie, ridacchia, si atteggia davanti agli obiettivi delle macchine fotografiche dei pochi che stanno assistendo al sound check, e che si trasforma in uomo maturo e assolutamente seducente, nel momento in cui afferra delicatamente il microfono e comincia a cantare,a anche se solo per testare i volumi dell'impianto. Un musicista talentuoso che prende per mano la band, formata da artisti altrettanto giovani e altrettanto eccezionali, e la conduce, la dirige, la coordina in modo assolutamente perfetto, con la maestria di uno che le scene le calca da decenni. Eppure ha solo 29 anni.

Da quella prima foto insieme la nostra conoscenza è progredita gradualmente, durante la sua prima tournee italiana e oltre, all'estero e in Italia, e abbiamo anche avuto modo di condividere alcuni momenti di conversazione che mi hanno veramente fatto capire che la luce negli occhi malinconici di questo meraviglioso essere umano è sincera e diretta, per niente artefatta o calcolata. Per vederlo ho viaggiato parecchio, in altri continenti, in altri paesi.. e suo nonno Mitch è diventato per me una persona importantissima.

Forse ho avuto solo la fortuna di conoscerlo quando ancora il successo non gli ha offuscato la prospettiva di vita. Forse anche lui diventerà insensibile alle dimostrazioni di affetto, alle pazzie che i fans sono disposti a fare per lui, ai regali, agli applausi, alle grida, a tutto ciò che significa SUCCESSO. Forse anche lui diventerà irraggiungibile, attorniato da guardie del corpo che non te lo fanno nemmeno guardare... e se così fosse mi terrò cari questi momenti che ho vissuto prima che tutto questo lo travolgesse. Ma forse resterà la persona dolcissima e sfacciata, timida e risoluta, la contraddizione vivente che ho visto quel giorno.

In entrambi i casi spero che sia Michael Bublé per un'infinità di tempo ancora. Grazie Michael!!

 
 
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